Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando il sor Claudione si è insediato sul trono biancoceleste creando il suo regno.
Figura controversa, o lo ami o lo odi e non c’è via di mezzo.
E per chi lo accusa di averla rovinata la Lazio, c’è chi lo inneggia come salvatore della patria. 
Un uomo che ha spaccato in due la piazza romana tra la contestazione e gli anni vissuti su un’altalena, ad esempio il 2016 con la campagna abbonamenti che vide solo 11 abbonamenti il primo giorno.
Parliamoci chiaro, i migliori colpi di mercato sono arrivati a rate negli ultimi anni perché la Lazio, come lui dice, ha vissuto una totale rifondazione dalle basi e nel tempo ha puntato ad evolversi. 
Che sia vero o meno, ci consoliamo guardando la bacheca dei trofei che solo nel 2019 c’ha portato Coppa Italia e Supercoppa.
Il ritornello con il quale incolpiamo spesso il patron capitolino, è sicuramente il “braccino corto” .
Ed è davvero così, ma tante volte il detto “poco pagare e poco avere”, si è rivelato infondato.
Sfogliando l’album dei ricordi, penso ad alcuni nomi top presi con il low cost.
Goran Pandev
4 mln di investimento.
Purtroppo viene ricordato non solamente come colui che siede sul gradino più alto della classifica marcatori stranieri insieme a Miro Klose, ma anche perché fu al centro di una delle vicende più tristi dell’epopea Lotito. Un battibecco nato da un mancato rinnovo, sbattuto fuori rosa senza troppi convenevoli. Goran ottenne in seguito la risoluzione del contratto con una sentenza del collegio arbitrale. 
Parlando proprio di Pandev, viene spontaneo nominare subito il bomber di Opale: Re Mito Klose.
Alla Lazio arrivò addirittura a parametro zero.
L’Estate del suo approdo a Formello, forse fu l’unica davvero entusiasmante per noi tifosi cresciuti nell’era Lotito. All’improvviso un profilo internazionale, un nome rispettato in tutto il mondo, era arrivato per vestire la nostra maglia.
Replicamo con Giroud?
A pronunciare il prossimo nome, mi viene ancora una stretta al cuore, un fastidio difficile da mandare via.
Stefan De Vrij per 7 mln.
Una storia d’amore conclusa malamente, tra le ombre di un rigore provocato appositamente per mandare l’Inter, sua futura squadra, in Champions League proprio l’ultima giornata di campionato.
È entrato a gamba tesa non solo su Icardi, ma anche nella speciale “classifica dell’odio” che ogni tifoso chiude nel cassetto.
“Guardate or ne arrossisce il traditore”, ma che vogliate ammetterlo o no, rimane comunque uno dei più grandi colpi di mercato nell’ epoca lotitiana.
Lontano dagli occhi, ma non dal cuore: 
Felipe Anderson.
Acquistato ad una cifra inferiore agli 8 mln, dopo un inizio non felice, il pubblico laziale ha visto esplodere un talento improvviso.
Fregiato della numero 10, solita al pezzo più importante della squadra, regala anni di funamboliche giocate, talento e maestria.
Pipe per Lotito ha un’importanza speciale: la plusvalenza galattica, il West Ham infatti, verserà nelle casse biancocelesti ben 40 mln..
Vendere bene per comprare meglio, uno dei grandi capolavori di mercato, è stato sicuramente Balde Diao Keita.
Ottenere quasi 35 mln per un giocatore in scadenza di contratto, non era mai riuscito a nessuno, o quasi.
Ci voleva forse Jorge Mendes per risolvere la situazione complicata tra Keita e la Lazio.
Cessione capolavoro, plusvalenza monstre visto che il senegalese costò appena 300 mila euro di indennizzo da versare al Barcellona. Il sor Claudione dovrà essere eternamente grato a Tare.
A proposito di “capolavori sul mercato”, il prossimo sulla lista è un economico Luis Alberto. Economico fino a poco tempo fa, la Lazio spese infatti la cifra irrisoria di 4 mln.
Un calciatore che viveva al buio con la voglia di smettere col calcio ad appena 20 anni o giù di lì.
Una stagione da fantasma e poi di colpo le luci della ribalta.
Tutti s’apettavano un giovane di basso livello, la solita scommessa che alla fine si rivela una bufala… “Er deboluccio”, lo sfigatello che pascola a Formello. E per quel prezzo mica ti aspetti Maradona!
Invece….il resto è storia, Luis Alberto è tra i giocatori con il cartellino più alto in casa Lazio.
Ciro Immobile
9 mln, esperienze all’estero che sarebbe meglio dimenticare tra la Germania e la Spagna.
“Questo ha finito de gioca’ “, in tanti dicevano, ma er sor Claudione coadiuvato da Igli Tare, c’ha l’occhio lungo.
Delusi per l’addio di Klose, l’attaccante partenopeo è stato capace di imporsi da subito come prolifico bomber.
Un altro acquisto capolavoro e soprattutto low cost.
Insomma, l’epopea Lotitonana ha visto un po’ di tutto, il presidente non s’è fatto mancare niente.
Ha salvato o distrutto la Lazio?
Forse nessuna delle due ipotesi è quella giusta, forse per capire Lotito non basterà una vita.
Forse rimarrà sempre in un limbo tra contestazione ed acclamazione.
A volte è più bello così.
Mi piace Lotito? 
Rispondo come si faceva nella pubblicità di Jägermeister: “sono solo fatti miei”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *